giovedì 17 febbraio 2011

il mio percorso di laurea...

Quando, a 22 anni ho deciso di smettere di studiare e rinunciare a diventare il dott. Bertolucci, laureato in sociologia, per iniziare la mia avventura lavorativa producendo pane in un piccolo forno di Casola, mi sono detto:

se mai riuscirò ad aprire il mio panificio entro qualche anno, considererò questo evento come fosse la mia laurea.

Da allora ho iniziato un nuovo percorso di studi.

E non ho impiegato molto a capire che, nonostante le difficoltà, le incertezze, le paure e i sacrifici, gli orari poco conformi a quelli delle lezioni, quella era la strada giusta, perché da allora io non ho più sprecato il mio tempo, salvo qualche episodio di sano ozio.

Ho ritrovato gli stimoli, la voglia di fare, i miei sogni, me stesso. Pare che di questi tempi sia necessario, per realizzarsi e realizzare, affrontare percorsi di studi anche lunghi.

Questo è vero per chi ha la fortuna ed il dono di avere le idee chiare sul proprio futuro fin da molto giovani.

Io ero invece finito vittima di un luogo comune molto pericoloso: non c’è altra strada, bisogna studiare e andare in città.

Qualcosa dentro di me gridava di fronte a simili affermazioni e come spesso ho fatto, alle parole ho risposto coi fatti:
mi riconosco il coraggio di avere ascoltato me stesso e ciò che avevo dentro.

Ed ho iniziato a fare la mia sociologia per il territorio sul territorio e non sui libri.

Mi sono sempre detto: qui non c’è bisogno di studiare la sociologia (in Lunigiana abbiamo fior di intellettuali e professionisti qualificati), ma di farla.

Ed ecco che i miei docenti sono cambiati: Adalgisa e Gino, i miei maestri panettieri, Ermete Ricci, il Presidente del comitato di Valorizzazione della Marocca di Casola, impagabile sostegno, le persone del comune di Casola che non mancano mai di raccontarmi le loro esperienze ed i loro errori, che hanno fatto prima di me.

Tutti gli anziani commercianti che in questi anni ho conosciuto in Lunigiana, prodighi di consigli e di parole di fiducia.

E alle mie innumerevoli lacune ed inesperienze e laddove c’era bisogno di un lavoro personale di introspezione e di fiducia in me stesso, ci ha pensato Giancarlo (Giancarlo Fornei, un formidabile "coach" ed esperto di comunicazione e marketing che, tra i suoi innumerevoli impegni e incarichi ha sempre trovato il tempo da dedicare ad un giovane volenteroso come me), che ha saputo farmi capire come deve lavorare un imprenditore e come deve avere sempre ben chiari i suoi obiettivi.

A 26 anni e tre mesi, nel marzo del 2008, il Forno in Canoàra ha emesso la sua prima nuvola di fumo, ed in quel giorno io ho raggiunto la mia Laurea.

Nei tempi giusti direi… e certamente anche con un po’ di quella fortuna che aiuta gli audaci.

Da lì, inizia tutta un’altra storia, come succede ad ogni neolaureato.

In questo percorso di studi, devo dire grazie a tutti coloro che mi hanno fatto da docenti.

Ma un grazie un po’ speciale lo voglio fare a quella professoressa che, sbattendomi fuori dall’esame di antropologia culturale rispondendomi che non mi avrebbe detto qual era stato il mio errore perché non pensassi che all’appello successivo potessi furbescamente rispondere in modo corretto alla stessa domanda, mi ha fatto capire che in quel momento non ero al mio posto e decisi di chiudere con l’Università.

Ancora oggi non so quale fosse stato il mio errore ed ormai non ricordo nemmeno più di che si trattasse ma a lei, che non mi ha permesso di imparare voglio comunque dire grazie:
tutto sommato mi ha fatto capire alcune cose molto importanti.
Ma, forse, non è così che si insegna...









   Questo sono io con mia sorella Anna il giorno dell'arrivo del forno,in una fredda mattina di Febbraio
                            Pollici in su, in segno di vittoria...                




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