giovedì 29 maggio 2014

IL PREZZO DELLA DISORGANIZZAZIONE


E' successo qualche mese fa...

Ometto di citare il nome e luogo della fiera dove tutto questo è accaduto in quanto nonostante si tratti di un evento di buon livello, al quale io e la Marocca già negli anni scorsi avevamo partecipato con successo, mi viene una gran voglia irrazionale di parlarne male, anche se, tutto sommato si è rivelata per me un'esperienza senza dubbio molto educativa.

Un' esperienza che ho acquisito ad un certo prezzo...

Rispetto ai tanti appuntamenti che vedono me e la Marocca percorrere centinaia di chilometri, questa volta siamo rimasti nel territorio regionale.

E devo ammettere che proprio per questo motivo nel corso della settimana, in vista del week end, mi sono un po' rilassato. Un po' troppo...

Del resto conoscevo la tipologia dell'evento, l'afflusso di pubblico previsto, il contesto in cui mi sarei trovato. Insomma, con un po' troppa leggerezza ho lasciato che il fine settimana si avvicinasse, senza preoccuparmi di alzare il telefono per chiedere qualche informazione in più, limitandomi a confermare la partecipazione e l'orario di arrivo previsto, intorno alle ore 15 del sabato pomeriggio.

Arriva la mattina del sabato e, fresco e riposato, comincio a caricare il mitico belva 3, il pulmino che porta in giro la Marocca di Casola. Mi aspetto due giorni fatti di piacevolissime chiacchiere con tante persone, il solito grande successo della Marocca, che viene sempre apprezzata dal pubblico di tutte le età ed un riscontro economico giusto, col quale fare rientro al Forno in Canoara la domenica sera.

Pronto per partire, saluto la mia famiglia, il mio cane Ringo, che resta di guardia al Forno e via...

Un'oretta di viaggio ed eccomi arrivato nel cuore della Toscana, pronto per iniziare il mio lavoro con il solito sorriso e quella energia elettrizzante che mi prende ogni volta che sto per mettere in discussione la mia scommessa imprenditoriale.

Come sempre, ora tutto dipende dalla qualità della marocca e dalla mia voglia di vendere fino all'ultima pagnotta.

Tutto come al solito quindi , anche se ancora non avevo fatto i conti con la sufficienza con cui avevo organizzato la mia partecipazione alla manifestazione e che presto avrebbe mostrato i suoi effetti.

Parcheggio temporaneamente il pulmino sulla strada, di fronte alle transenne che bloccano l'accesso ai mezzi e mi reco laddove si trovano i gazebi per prendere rapidamente posto, ma scambiando due parole con gli altri espositori mi rendo conto che non sapevano un granchè del mio arrivo e neppure dove si trovasse lo stand della Marocca. Immediatamente telefono all'organizzazione ma non riesco a mettermi in contatto con il referente, sicuramente indaffarato tra mille faccende.

Quindi comincio la sua ricerca avventurandomi per la fiera, che scopro essere cresciuta rispetto agli anni precedenti: ogni piazza ospita stand e padiglioni ricchi delle migliori prelibatezze regionali e non, e passeggiando incontro tanti amici e colleghi produttori con i quali mi intrattengo per un po'. Questi mi manifestano una grande fiducia per l'esito della manifestazione, peccato però per i costi di partecipazione!!!


Quali costi??? dico io.


Ecco che la mia scarsa organzzazione iniziava a dare i suoi frutti amari: non mi ero preoccupato di informarmi se, nel corso di questi anni, qualcosa fosse cambiato rispetto ai miei ricordi ai quali mi ero affidato.

Scopro così che il costo della zona dove ci troviamo io e la Marocca è legato all'occupazione del suolo pubblico, e cioè 30 euro.

Pazienza mi dico, ci sta... il suolo pubblico si paga un po' ovunque e se proprio avessi voluto risparmiare questa somma avrei dovuto preoccuparmene prima e cercare di farmi ospitare.

Individuata la mia postazione, con sorpresa non trovo un tavolino davanti a me. Eppure ricordavo chiaramente che l'ultima volta il tavolo c'era: un tavolo e ben due sedie! Un po' seccato mi reco nuovamente dall'organizzazione e domando chi avesse preso il mio tavolo, ma la risposta che ricevo è che l'associazione dei produttori aveva deliberato che quest'anno ciascuno avrebbe provveduto autonomamente, evitando il costo aggiuntivo di questo servizio comunale,
ma niente paura! C'è sempre la possibilità di noleggiarli!

Comincio a rabbuiarmi un pochettino al chè, chi di dovere giustamente mi dice: ma scusa, non hai letto le e-mail?

Le e-mail... Sì, forse una... Il solito regolamento delle fiere, orari di allestimento, sanzioni per eventuali comportamenti scorretti. Le altre mi devono essere sfuggite...

Prendo il tavolo ed aggiungo alla mia spesa non preventivata altri  5 euro.

Pazienza dico... Colpa mia che non ho letto tutte le e mail.


Bene! A questo punto non resta che allestire il banco, riempire la “paniera” con le Marocche e dirigermi verso il pulmino per portarlo nel parcheggio per gli espositori.

Per fortuna becco il vigile proprio nella strada dove era momentaneamente parcheggiato il belva 3 e, indicandoglielo, gli chiedo dove devo parcheggiarlo.

Lui, girandosi mi dice: “ah... il pulmino a cui ho dovuto fare la multa... ”

In effetti, era un po' che girottolavo per la città ed ora il mio pulmino era rimasto l'unico fermo in sosta sulla strada mentre tutti gli altri nel frattempo si erano già belli e parcheggiati al posto giusto.

Provo, con la faccia tosta e la delicatezza che si conviene in questi casi, a farmi togliere la contravvenzione ma quattordici anni di patente mi hanno insegnato dove esistono margini per intenerire gli ufficiali e questo è uno di quelli irremovibili.

Prendo il mio foglietto rosa posto sotto il tergicristallo e aggiungo  29,50 euro  alla lista dei “Pazienza”


Conduco il pulmino al parcheggio, che non è più quello espositori che è pieno, ma bensì quello a qualche km di distanza, e salgo sul bus navetta che mi riconduce in centro.


Mi rendo conto di essere un po' nervoso: avevo ormai perso minuti preziosi per la vendita e mi sembrava una di quelle circostanze storte al quale fare buon viso ed attendere che qualcosa cambi.

Intanto scende la sera e c'è ancora qualcosa di cui mi devo occupare: dove dormire!


Sapevo che nelle vicinanze si trova un piccolo convento che offre la possibilità di pernottare con poco più di venti euro. Lo raggiungo ma scopro che è al completo perché pieno di studenti.


Che bella cosa mi dico, tanta gioventù in un luogo spirituale.

Non resta che trovare un'altra sistemazione.

Ho spesso fatto sacrifici in tal senso, a volte ho dormito perfino in pulmino per risparmiare qualcosina nei momenti di difficoltà, non mi vergogno a confessarlo.

Ma considerato che insieme a me c'è una meravigliosa ragazza che ha deciso di farmi compagnia non potevo certo optare per questa soluzione.

Con una certa urgenza, viste le tenebre che calano, continuiamo la ricerca e troviamo un hotel poco lontano: completo; il b&b poco fuori, ma al telefono non risponde nessuno.

Resta solo il 4 stelle fighissimo che dà sulla vallata che, per fortuna, ha ancora una stanza.


Un domani, lavorando con criterio e impegno chissà quanti begli hotel del genere potranno ospitarmi nei miei viaggi con la Marocca. Ora tuttavia ancora non posso permettermeli ma, guardando gli occhi di lei, che brillano di fronte a tanta bellezza mi dico:

“e che cavolo Fabio, dai! Per una volta! Guarda com'è contenta!”


E così prendo la camera e saliamo. Durante il tragitto in ascensore non riesco a fare a meno di chiedermi quanto avrei dovuto pagare l'indomani mattina per quel piccolo lusso.

Il mio dubbio si dissipa in pochi attimi, quando cioè, richiudendo dietro di me la porta della bellissima stanza, leggo sul cartello che vi è affisso il costo per una notte.

Stramazzo sul letto che per fortuna era subito alle mie spalle e questa volta non riesco più a dire pazienza:

130 euro!

Comincio a prendermela con la sorte, con le persone, con tutto all'infuori di me anche se so benissimo che la colpa di tutto questo spendere è solo mia.

È stata la mia disorganizzazione a trasformarsi in tutti questi costi in più.


Faccio un rapido conto e mi accorgo che tutti questi costi sbilanciavano pesantemente le mie aspettative di reddito del fine settimana. Il sabato era praticamente trascorso e non restava che sperare nel grande successo domenicale della Marocca per limitare i danni.

E infatti per fortuna è così...

La domenica si rivela un successo di pubblico, successo questo sì, in linea coi miei ricordi: tantissima gente, un pubblico molto attento ai prodotti tipici come è da sempre quello toscano.
Trovo anche un paio di contatti molto interessanti che, come dico sempre, valgono più della fiera stessa in quanto il futuro della Marocca risiede proprio nell'essere presente nei migliori locali di tutta Italia.

E quindi, alla fine, posso solo fare un “mea culpa” per gli errori commessi.

Non sono mai andato molto d'accordo con l'organizzazione e il fatto che molti mi reputino un'artista per quello che la mia immaginazione ha sviluppato in questi anni e che quindi abbia una predilezione per un emisfero cerebrale piuttosto che l'altro non può essere una scusa.

Finché non si diventa adulti la disorganizzazione o la sufficienza si pagano in modo diverso, forse più indolore all'apparenza: voti poco buoni a scuola, l'etichetta di persona sbadata o spensierata ecc.

Ma quando si è adulti, nel mondo del lavoro, la disorganizzazione e la leggerezza si traducono in un prezzo reale in termini di denaro.



L'ho provato spesso sulla mia pelle a mie spese ma questa volta, forse, è l'ultima...


C'è crisi e crisi


Scrivo questo articolo adagiato nella poltrona che fu di mio nonno, davanti al caminetto acceso, mentre nella stanza entra la bellissima luce del pomeriggio regnanino, che nella memoria illumina tante delle giornate della mia vita.

Mia nonna è qui accanto, seduta di fronte alla finestra a fare l'uncinetto approfittando proprio di questa luce, ignara che sto pensando anche a lei, attraverso molti dei suoi racconti sulla vita di una volta.

E scrivo all'indomani di un appuntamento mensile molto carino che vede me e la Marocca impegnati nella città di Genova, in piazza Matteotti, la piazza del palazzo Ducale, nell'evento denominato “Sapori al Ducale, organizzato dalla Compagna dei Sapori, un' associazione che organizza con successo eventi enogastronomici di eccellenza nella bella Liguria e non solo.

Devo dire che il pubblico genovese si è rivelato molto sensibile alla bontà della Marocca ed alla sua storia. Non è un caso infatti che abbia deciso di scrivere questo articolo che già da tempo mi frulla in testa a seguito delle chiacchierate con le tante persone che si sono soffermate con me, che avessero o meno un bel sacchetto con dentro una marocca.

In questi mesi in cui sto sviluppando il mercato anche in Liguria, ho scoperto che l'entroterra di questa bella regione vicina alla mia, è molto simile a quello della mia terra, la Lunigiana, ricco di castagneti e di ricette a base di farina di castagne ed a confermarlo ci sono proprio i racconti dei miei ospiti di una certa età, che sono sempre toccanti e arricchenti.

Questo genere di incontri è frequente nelle fiere che ospitano la Marocca in giro per l'Italia, complice il grande valore culturale e simbolico che ha. E anche qui ho conosciuto storie di persone che hanno affrontato i difficilissimi anni della Seconda Guerra Mondiale, che si sono trovate sfollate sui monti dell'entroterra, dove hanno superato la fame proprio grazie alle castagne.


Periodi di fame quindi, di grande povertà, di paura, di stenti e fatiche.

Un' epoca, quella, senza le comodità di cui possiamo godere oggi ed in cui niente era superfluo, nulla veniva sprecato e si imparava a conoscere, per forza ma per fortuna, l'immenso valore delle piccole grandi cose della vita.


C'era un concetto diverso di bisogno, un atteggiamento ed un approccio differenti nel cercare di soddisfarlo e farvi fonte.


Con tutte le informazioni che ho raccolto su quell'epoca e quella Storia, mi sono fatto un'idea che spesso tengo stretta nei momenti in cui mi prende un po' di sconforto per il difficile momento economico attuale. E cioè, accostando le due epoche ed estendendo un pochetto il concetto di “crisi” , mi dico
 
“meglio questa crisi che quella”.
 
Lo penso seriamente ma non posso essere io la fonte più autorevole per affermarlo perché per mia fortuna quel tempo riesco solo ad immaginarlo attraverso i racconti dei miei nonni e delle persone che ho incontrato. Lo posso solo immaginare e , facendolo, mi sembra un racconto fantastico, quasi una leggenda, praticamente incredibile. Per me è sempre stato così, fin da quando da bambino ascoltavo il racconto di mio nonno riguardo al suo miracoloso scampare alla morte dopo essere stato catturato e ferito, quando era un giovane partigiano di vent'anni.


Per questo ho imparato a girare la mia riflessione sotto forma di domanda ai miei interlocutori. E la risposta, devo dire, è sempre la stessa:

“ Si! Meglio questa”.

Solitamente, pongo la domanda mentre i miei ospiti si stanno allontanando dallo stand, forse perché mi piace salutarci con un po' di ottimismo per il presente ed il futuro.

E quindi posso essere certo che questi tempi, nonostante le enormi problematiche sociali ed economiche che il nostro Paese sta affrontando, debbano essere attraversati con la consapevolezza che ce ne sono stati di più difficili e non lontani, che sono stati, a duro prezzo e con grandi sacrifici, superati.
E anche noi, protagonisti di questa fase di crisi, una crisi diversa generata da eccessi e non da carenze e mancanze, possiamo e dobbiamo farcela.


Proprio con questa consapevolezza, ora che ho appena terminato una lunga telefonata col commercialista per scoprire che cosa fosse quella cartella esattoriale recapitata in mattinata dall'odiato postino al Forno in Canoarà, ora che mia nonna si alza per accendere la luce benchè il tramonto regali ancora qualche bel raggio di sole, io, con un po' di mea culpa per la mia scarsa attitudine al lavoro di ufficio ed un po' di sana rabbia civica verso un sistema massacrante e distruttivo di tanta energia imprenditoriale, concludo la mia riflessione certo che supererò anche questi insoluti contributi inps.