martedì 26 novembre 2013

Come immortalare una grande giornata


 
La giornata di domenica 24 Novembre, che ha visto me e la Marocca partecipare all'evento “Cibo, libertà e Umanità” che si è tenuto presso l'azienda vitivinicola Petra” di Suvereto (Livorno) è stata una di quelle giornate che ricaricano a mille le batterie: ascoltare Carlo Petrini parlare equivale ad un autentico pieno di energia. Lui è senza ombra di dubbio la persona che incarna la mia idea di leader, con un carisma travolgente e una modalità comunicativa tanto semplice quanto efficace. Sono felice di averlo potuto incontrare di nuovo (la prima volta fu qualche anno fa durante un suo passaggio in Lunigiana) ed ora attendo con trepidazione le fotografie che il fotografo dell'organizzazione ci ha scattato insieme. Ho avuto il piacere di raccontargli del mio lavoro e dei progressi che sto facendo con la Marocca e lui mi ha lasciato una bella dedica sul suo nuovo libro “Cibo e Libertà”, che comincerò a leggere nei prossimi giorni.

E' giunta poi l'ora del pranzo, che è stato squisito: preparato dai cuochi di locali di grande qualità, tra cui l'Osteria Enoteca Bacco e la Volpe, dei miei amici Emanuele e Silvia, di Rosignano, che non vedevo da tempo e con i quali sono rimasto d'accordo di fare presto una serata presso il loro locale, presentando la Marocca al pubblico livornese (Silvia mi ha comprato facilmente, con uno dei suoi menù...).

In quelle ore al tavolino ho potuto conoscere giornalisti e membri della stampa che potranno aiutarmi a far conoscere sempre più il mio lavoro e i miei progetti; persone che non sapevano nulla di Fabio e della Marocca e alle quali ho potuto quindi raccontare una bella storia; e Francesca Moretti, amministratrice dell'azienda Petra (oltreché all'az. Bellavista, in Franciacorta), donna di grandissima sensibilità e passione per l'agricoltura, qualità che l'hanno portata a conseguire risultati che si sono tradotti nell'ottimo vino rosso che ha deliziato i commensali.


Infine, un'emozione molto forte è stata la visita della mostra fotografica “Razza Umana” del grande Oliviero Toscani, che ha immortalato volti e prodotti dei presidi Slow Food delle parti più lontane del mondo, oltre a quelli toscani tra cui la Marocca.

Devo dire che vedere quella bellissima fotografia mi ha riempito di orgoglio, che voglio girare a tutto il mio territorio di Casola.

Ricordo, quando qualche settimana fa ho spedito la Marocca allo studio del grande Oliviero e mi chiedevo come avrebbe interpretato e presentato quel pane così antico e così ricco di storia.

Di fronte alla sua foto la mia gioia è esplosa come quella di un bambino:
ero incontenibile!

Non so precisamente cosa mi sia successo ma ho provato una gran felicità. Forse perché quella foto, con quella firma così importante, è stata come una pacca sulla spalla:
un segnale di essere sulla strada giusta! Mi sentivo in festa...

Avrei voluto abbracciare Oliviero per il suo bellissimo lavoro che, anche se lui non lo sa, per me è stato un vero regalo. Ma l'ho intercettato solo successivamente, riuscendo a fare una foto insieme.

Inebriato al cospetto di quell'immagine maestosa non ho potuto non rendermi partecipe di tale opera e così mi sono immortalato con la foto della Marocca aggiungendo il mio personalissimo tocco artistico...



Questo è il frutto della mia estasi di quei minuti...
 
 

 
 

 
l'espressività evidenzia tutta la mia gioia.


Poi sono rientrato nella mia veste di giovane produttore eroico che mi ha attribuito Carlin, e ad un atteggiamento più professionale...

 
Una giornata memorabile che non scorderò mai.
 
 
 


Qui sono con il grande Oliviero Toscani che tiene in mano la Marocca di Casola


 
in posa convenzionale...
 
 
 e questa è la foto che mi ha tanto emozionato

sabato 23 novembre 2013

doppio appuntamento per la Marocca


Questo fine settimana la Marocca si sdoppia per partecipare a due eventi imperdibili:


La fattoria in Città, che si svolge ogni anno nella città di La Spezia e coinvolge l'intera città in piazza, dove si possono degustare ed acquistare i prodotti tipici delle tre province limitrofe di Massa-Carrara, La Spezia e Parma (in un cosiddetto triangolo del gusto);
 
e

"Cibo, Libertà e Umanità", che si svolgerà invece a Livorno, presso l'azienda “Petra di Suvereto” dove Carlo Petrini, il patron di Slow Food e il grande Oliviero Toscani, fotografo di fama internazionale, si incontrano e presentano, rispettivamente, il nuovo libro Cibo e libertà e la mostra Razza Umana, un percorso fotografico che illustra volti e prodotti dei Presìdi Slow Food che provengono dai luoghi più lontani del mondo, oltre a quelli toscani tra cui la Marocca di Casola.


Che domenica!!!

martedì 12 novembre 2013

Ho fatto 31


Ore 19:00  di domenica 3 novembre.

Attendo che l'evento umbro di FESTIVOL mi riservi ancora qualche soddisfazione e per questo mi trovo in piazza con tante altre persone ad aspettare che i bambini estraggano i numeri della lotteria organizzata, il cui primo premio è un auto a metano con la quale avevo già preventivato di fare un rientro ecologico a Regnano.

Avevo fatto 30 grazie ai tanti successi e agli apprezzamenti ricevuti e speravo nel 31 ma, ahimè, non sono stato io il fortunato vincitore.

Trascorro qualche minuto a litigare con la sorte avversa dopodiché, ripreso il controllo dei miei pensieri torno propositivo e comincio a pensare a cosa avrei potuto ancora fare per aggiungere un altro buon risultato al week end.

In realtà, già prima di partire sapevo che ci sarebbe stato qualcosa da fare che sarebbe stato più importante dell'esito dell'intera manifestazione:  si trattava di una visita.

Da tempo infatti ho il piacere di relazionarmi con uno dei ristoranti più prestigiosi di Perugia: La Lumera, da sempre un locale molto titolato che anche quest'anno è inserito nella guida Slow Food “Osterie d'Italia”.

Per questo contatto importantissimo devo ringraziare Edmondo Colliva, un grandissimo imprenditore italiano nonché fiduciario di una condotta Slow Food molto attiva, quella di Sarzana (La Spezia).

Edmondo, che mi vuole bene e sostiene da sempre me e la Marocca, durante una delle sue trasferte lavorative in Umbria ha parlato di noi ai proprietari del locale, Roberto e Antonio, promuovendoci con l'entusiasmo che sa mettere in tutto ciò che fa.

E lui stesso si adopera per spedire loro la Marocca in omaggio.

E' così che, pochi giorni dopo, ricevo la telefonata di Roberto che mi dice di averla apprezzato molto e che è interessato ad inserirla nel loro menù.

Ne resto molto felice e mi adopero per soddisfare il prima possibile la richiesta di Roberto.

Devo ammettere che a volte mi capita ancora di trovarmi un po' impreparato, specie quando a darmi una mano sono veri e propri vulcani come Edmondo, capace di creare contatti e opportunità come solo i grandi imprenditori sanno fare. E dunque ho fatto un po' aspettare Roberto e Antonio, in quanto sto ancora perfezionando il confezionamento della Marocca e lavorando sul nuovo listino.

Ma, per presentarmi all'altezza della situazione, ho pensato che sarebbe stata un'iniziativa intelligente fare loro visita in occasione della mia trasferta nella loro bella città.

Ecco perché, smaltito il disappunto per l'esito della lotteria, ho deciso di visitare La Lumera, che distava soltanto una ventina di chilometri, oltretutto sulla strada del ritorno.

Oltretutto proprio per l'ora di cena...


Seguendo le indicazioni del navigatore raggiungo rapidamente il ristorante.

Entro, e quello che mi si presenta davanti è un bellissimo locale, arredato con un forte riferimento alla cultura del luogo, con fotografie in bianco e nero alle pareti: immagini di vita e scenari che richiamano tempi passati, che raccontano la storia di questi posti.

Ad accogliermi è Antonio. Ci presentiamo ed è ben contento di rivedere la Marocca di Casola...


Mi fermo a cena e tra un piatto, l'altro, ed un buon bicchiere di vino (la Lumera vanta anche un'ottima cantina) facciamo quattro chiacchiere e siamo subito in sintonia: Antonio, che è un po' più giovane di me, 30 anni contro 32, ha una bellissima energia e devo dire con gran piacere che inizia a capitarmi sempre più spesso di relazionarmi con altri giovani che come me hanno intrapreso iniziative in linea con il concetto di qualità ed i valori della tradizionalità.

Antonio mi ha confidato, da ristoratore, che è un po' faticoso reperire i prodotti di nicchia che loro cercano di avere nei menù, perché spesso i produttori si rivelano piuttosto carenti per quanto riguarda l'attenzione all'aspetto commerciale.

Mi rendo conto: da produttore vero so che tendiamo a concentrare energia e passione nel realizzare i capolavori gastronomici-culturali che manteniamo vivi, ma non posso fare a meno di condividere il suo pensiero. Il mio impegno e obiettivo è proprio quello di dare alla Marocca lo sviluppo che merita e quindi so di dover lavorare bene anche sotto l'aspetto commerciale e comunicativo, in modo da presentare il Forno in Canoàra come l'azienda solida e superfunzionale che voglio che sia, ed avere sempre clienti e collaboratori soddisfatti.

Da Antonio ricevo anche ottimi consigli su certe modalità di confezionamento, e riesco così a comprendere le sue esigenze e le caratteristiche che per lui deve avere e mantenere un prodotto per poterlo utilizzare e proporre al meglio. Fino ad ora avevo ascoltato tecnici dell'alimentazione molto in gamba ed affinato l'impasto con veri maestri panificatori ma non avevo ancora considerato il punto di vista del ristoratore, cioè di colui che fa conoscere in modo squisito il prodotto, portandolo in tavola.

Questa sarebbe stata una mancanza imperdonabile, per fortuna scongiurata.

E come ci siamo detti prima di salutarci, noi che crediamo in quello che facciamo, proponendo prodotti e piatti che non sono solo pietanze ma che raccontano anche storie, storia e cultura, dobbiamo lavorare insieme.

Alla fine sono riuscito a fare 31.

Anzi, 32!!! Considerato che ho cenato benissimo, con un antipasto di presidi Slow Food tra cui crostino di Marocca di Casola con Biroldo della Garfagnana ed un piatto di ravioli ai porcini degni del sottobosco lunigianese.

Ed ho pure strappato un prezzo eccellente.


Credo proprio che con la Lumera la Marocca di Casola si sia prenotata un posto a tavola nella bella Umbria...






Eccomi con Antonio



ed ecco uno dei menù che si possono apprezzare a la Lumera




         
           
MENU' DEL GIORNO

Antipasti:

Degustazione presidi Slow Food €     12,00 euro
(Biroldo della Garfagnana sulla Marocca di Casola, Farrecchiata, Pitina di capra,
Puzzone di Moena, Mortadella naturale di Bologna grigliata, Fagiolina del Trasimeno)

Lingua di bue salmistrata in salsa verde €     8,50 euro

Parmigiana di sedano nero di Trevi(presidio slow-food) €     7,00 euro


Primi:               

              

Pappardelle al ragù di capriolo €     10,00 euro

Strascinati di grano saraceno con carciofi e Speck della Valle Isarco €     9,50 euro

Secondi:               

          
Capocollo di maiale arrosto farcito con castagne e verze con patate €    14,00 euro

Polpi alla griglia con patate (solo fresco quando disponibile) €    14,00 euro

    
E per saperne di più








 

giovedì 7 novembre 2013

La "tre giorni" trevana


La tre giorni trevana si è svolta molto positivamente.

Sotto i portici della centralissima piazza Mazzini la Marocca di Casola insieme con ben altri 19 presidi Slow Food provenienti da varie regioni italiane si è presentata al pubblico come quel gustoso biglietto da visita della Lunigiana che è...

Raggiungere Trevi è stato come navigare in un mare di ulivi: distese di ulivi a perdita d'occhio, e per me una di quelle emozioni che solo la natura può regalare, quando l'uomo è capace di dialogare con lei.

Osservando questa armonia il mio pensiero è subito tornato nella mia terra ed ai suoi meravigliosi castagni. Spero profondamente che anche da noi in Lunigiana l'uomo ritrovi l'armonia con la natura che qui regna sovrana ed offre una qualità della vita degna dei riconoscimenti ricevuti dal Conune di Trevi.

Il destino ha poi voluto che, tra le migliaia di persone transitate in piazza, io incontrassi una signora un po' speciale. Si chiama Anna Maria, è una professionista dell' Università di Firenze e qualche anno fa ha lavorato con la provincia di Massa-Carrara svolgendo corsi e studi volti a salvaguardare il castagneto ed a individuare le migliori metodologie per preservarlo e mantenerlo vivo e produttivo.

Anna Maria mi spiega che un' importanza assoluta nella cura del castagneto è rappresentata dalla pulizia e quindi dalla potatura della pianta e dall'inserimento di nuove piante innestate in contrapposizione a quelle selvatiche che sono ormai la maggioranza nel bosco.

Povera Anna Maria... le ho fatto un vero e proprio terzo grado fino a che mi ha promesso che mi spedirà un libro sul quale ha studiato e lavorato e che spiega tutto quello che c'è da fare per lavorare il castagneto.

Questo incontro si è trasformato in un grande stimolo, e sempre più prende vita dentro me la voglia di trasformare Il Forno in Canoàra in un'azienda agricola, incentrata proprio sul recupero dei castagneti, così da poter mettere in pratica, come piace fare a me, tutti gli insegnamenti ed i suggerimenti che persone come Anna Maria mi trasmettono.

Agire è quanto di più utile si possa fare quando si hanno sogni ed obiettivi importanti da realizzare.

È stato un piacevole fine settimana, ho raccolto molti contatti sia tra i produttori che tra i numerosi ristoranti e locali che circondano piazza Mazzini e piazza Garibaldi.

Tornerò presto in Umbria e sono molto felice di averne fatto la conoscenza in questo modo.

Il primo impatto è sempre importante...


 
io ed Anna Maria


Ecco l'elenco dei Pesidi Slow Food presenti:

Umbria

Sedano Nero di Trevi
Fagiolina del Lago Trasimeno
Fava cottora dell'Amerino
Mazzafegato dell'Alta valle del Tevere
Roveja di Civita di Cascia
Cicotto di Grutti


Liguria

Tome di pecora Brigasca

Marche

Mela Rosa dei Monti Sibillini

Lazio

Caciofiore della Campagna Romana
Marzolina


Friuli Venezia Giulia

Aglio di resia
Cipolla di Cavasso e della Val Cosa
Pitina
Pestat di Fagagna
Pan di Sorc
Formadi Frant
Radic di Mont


Piemonte

Piattella Canavesana
Peperone di Capriglio


Toscana

La mitica Marocca di Casola


martedì 29 ottobre 2013

La Marocca di Casola raggiunge l'Umbria


 
Succederà questo week end 1-2-3 novembre.


La Marocca sarà l'unico presidio Slow Food della Toscana a partecipare a

FESTIVOL : Trevi tra olio, arte, musica e papille.
 
Questa manifestazione giunta alla 7° edizione animerà la bellissima città di Trevi (Perugia) per tre giorni attraverso un'esplosione di gusti, suoni e colori con una serie di iniziative dedicate alle eccellenze alimentari.

A Trevi, capitale dell'oro verde, si festeggerà in questo modo l'olio nuovo e la prima spremitura.

La fragranza dell'Olio Extravergine d'Oliva Dop dell'Umbria abbinato al pane simbolo della cultura contadina, la Marocca di Casola, daranno vita ad un abbinamento squisito e naturale, tra due prodotti simbolo dei rispettivi territori: l'Umbria e la Lunigiana

La manifestazione si svolgerà tra il centro storico e la splendida Villa Fabbri e saranno molti i ristoranti perugini che per l'occasione proporranno la Marocca nei loro menù.

Trevi è Città dell’Olio, Città Slow, Città Bio, Bandiera Arancione del Touring Club; uno dei Borghi d'Italia che ha ottenuto la certificazione comunitaria di qualità ambientale “Emas”:
E' infatti uno dei comuni più vivaci del Paese dal punto di vista dei modelli di sviluppo compatibili con le tradizioni e la cultura del luogo.

Un buon esempio di come gestire ed amare il proprio territorio.

Sarà una splendida esperienza ed un altro bel passo avanti...





Questa settimana  ce ne andiamo qui...  (Trevi, PERUGIA)


lunedì 21 ottobre 2013

Da Bra a Regnano


E' arrivata la settimana della Fiera Nazionale del Marrone che si tiene ogni anno nel mese di ottobre a Cuneo, un evento al quale la Marocca di Casola partecipa come ospite ormai da molte edizioni.

So quindi che mi si prospettano giornate molto impegnative e, per non trovarmi in difficoltà, dedico la mattinata del lunedì ad organizzare tutto il lavoro da fare.

Mentre sono impegnato nella lettura delle mail, ne trovo una davvero importante, di quelle che mi fanno pensare che sono sulla strada giusta e che il mio lavoro sta dando dei buoni frutti.

A scrivermi è Alessia, una studentessa al secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Promozione e Gestione del Patrimonio Gastronomico e Turistico presso l'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Bra), l' Università fondata da Carlo Petrini, patron di Slow Food.

Alessia sta elaborando un progetto nell' ambito della materia “Geografia dei Terroir”: il suo lavoro, che deve riguardare il rapporto tra paesaggio, prodotto e territorio, prende in esame la Lunigiana, e a questo proposito mi chiede se può venire su a Regnano a conoscere me e la Marocca.


Come dire di no?

 
Sono proprio queste le situazioni che mi ricordano il vero senso della mia iniziativa imprenditoriale con il Forno in Canoàra.

L'unico problema che si presenta, è che Alessia si trattiene in Lunigiana solo per questa settimana.

Inizialmente pensavo che non sarebbe stato semplice trovare il giusto tempo da dedicare al nostro incontro, impegnato com'ero con la produzione per la fiera del Marrone; sapevo, tuttavia, che questa visita aveva un significato importante, infatti ricevere visite al Forno in Canoàra è quanto di più bello avrei potuto desiderare, quando qualche anno fa, con tutta la paura del caso, mi domandavo se aprire un forno a legna a Regnano potesse essere una buona idea e una prospettiva di sviluppo per il mio territorio.


E così, fisso l'appuntamento con Alessia nel pomeriggio di un mercoledì di produzione full-time.



Lei arriva puntuale ed io la accolgo in un forno già pieno di profumatissime marocche e, anche se c'è un po' di disordine, visto che è arrivata proprio nel momento della estrazione della brace dal forno a legna, non ci fa caso nonostante si sia ritrovata ben presto piena di polvere

.

Oltre alla pulizia del forno, Alessia ha assistito anche all'infornamento della Marocca e alla sua cottura, e ha potuto quindi raccogliere molte informazioni e del buon materiale fotografico per il suo lavoro.



Ovviamente non poteva andarsene senza fare una foto anche con me, ed eccomi qui con questa ragazza giovane e bella, che ho nominato portavoce della Marocca di Casola all' interno della sua prestigiosa Università.





Mi aspetto, ovviamente, che parli sempre bene di me e della Marocca e spero che possano esserci nuovi progetti e nuove occasioni per interagire con un organo così importante.



Mentre le marocche cuocevano ci siamo spostati all'aperto, e nella luce brillante di un bel pomeriggio autunnale di campagna abbiamo chiacchierato piacevolmente fino a quando, al momento della sua partenza, le ho fatto dono di una meravigliosa Marocca appena sfornata e ci siamo salutati.



Sono certo che Alessia farà un bellissimo lavoro considerato l'entusiasmo con il quale sta portando avanti questo interessante progetto così importante per lei,



e ora anche per me.


martedì 15 ottobre 2013

"A regazzì!!!"


 


Non scrivo nulla qui sul blog della Marocca di Casola ormai da tanto tempo e per tanti motivi, nessuno dei quali, tuttavia, è una buona scusa.

Sapevo che sarebbe stato qualcosa di importante per me ad indurmi a riprendere il racconto del mio lavoro, delle mie iniziative, del mio territorio: qualcosa che avrebbe toccato delle corde profonde, ed, infatti, è stato proprio così.

Ho ripreso da poco a percorrere l'Italia con la Marocca, e lo scorso fine settimana (5 e 6 ottobre) sono arrivato per la prima volta nella capitale per partecipare ad una bellissima manifestazione fieristica presso i Giardini della Landriana : un meraviglioso parco immerso nel verde nel quale ogni anno si svolgono molteplici prestigiose manifestazioni.

(A tal proposito ringrazio la responsabile Cinzia Nebel e la principessa Aldobrandini, proprietaria dei giardini, per aver invitato me e la Marocca, offrendoci un'ottima opportunità per farci conoscere.).

Il maltempo preannunciato da giorni non mi ha fermato: troppa la voglia di allargare gli orizzonti, e troppo importante raggiungere la capitale per i miei piani imprenditoriali. Così, partendo con largo anticipo considerate le cinque ore di viaggio, sabato mattina sono giunto a destinazione in un clima quasi invernale, tra tuoni, lampi ed un violento acquazzone proprio in prossimità dell'arrivo. Insomma, una giornata guastata dal maltempo.

Con tutta calma, considerato il rinvio dell'apertura della manifestazione nelle ore pomeridiane, monto il piccolo gazebo bianco acquistato al volo per l'occasione, e, giunta l'ora di pranzo, insieme a tutti gli altri espositori sono stato ospite della principessa.

A tavola si chiacchiera e mi accorgo che il timore di una fiera rovinata dal maltempo non è soltanto mio, e si guarda con speranza alla domenica.

Il sabato pomeriggio trascorre rapidamente tra uno spiraglio di sereno e qualche intrepido visitatore che si avvicina a quel curioso pane così scuro mai visto prima e che arriva da una terra poco nota della campagna toscana: la Lunigiana.

Nel bel prato dove mi trovo, di fronte a me c'è uno stand molto carino che espone ceramiche e sculture dipinte: è dell' associazione “Cotto d'insieme”, formata da sole donne che organizzano e partecipano con la loro arte ad eventi e mostre molto importanti.

Tra loro noto però anche un uomo, un marito: è il signor Piero, come l'ho chiamato io per quei due giorni.

Il signor Piero è un uomo simpaticissimo, un vero romano! Sessantotto anni ed un entusiasmo e un energia straordinari: uno sportivo, maratoneta di livello, dinamico e positivo.

Si avvicina per conoscere la Marocca e cominciamo subito a fare conoscenza: mi racconta un sacco di aneddoti ed esperienze personali, passiamo poi a parlare della campagna, della vita autentica che essa offre e di molto altro, finché giunge la sera ed i giardini chiudono le porte per riaprirle l'indomani, ad una giornata che prevede anche qualche raggio di sole.

Ed è infatti un bellissimo sole che ,seppure in un cielo velato da qualche nube, ci accoglie la domenica mattina; e quando c'è il sole, si sa, l'umore è sempre buono! Affronto perciò con fiducia questa nuova giornata anche se, osservando tutti quei sacchi pieni di marocche e sapendo che svuotarli non sarà così semplice, devo ammettere che per qualche attimo il mio ottimismo ha vacillato.

Sono immerso in queste considerazioni, quando ad interrompere questo stato poco costruttivo in cui mi trovo, arriva proprio il signor Piero che mi si rivolge con un sonoro:

“A regazzì!!! nun compreno? Magneno e basta?”
e mi fa subito tornare il sorriso.

E' un espressione che mi piace perché mi sento in effetti ancora un ragazzino, come quando a 22 anni ho iniziato l'avventura con la Marocca in quel vecchio forno a legna del Comune di Casola. Mi piace, penso, ma non sono proprio sicuro che mi si addica visto che di anni ne ho quasi dieci in più. Solo più tardi, chiacchierando con le persone intorno a me, scoprirò che quell'espressione che finora, tra l'altro, conoscevo solo per alcuni film, in realtà non ha limiti di età, ed è quindi a pieno titolo che rientro nella definizione di “Regazzì”.

Rispondo al signor Piero che comincio ad essere un po' preoccupato di non riuscire a vendere tutto, che sto affrontando un momento economico un po' difficile e che avrei bisogno di vendere più marocche possibile.

Insomma, se dalla trasferta romana mi aspettavo contatti, opportunità ma soprattutto rivenditori in gamba, le mie aspettative non sono state deluse poichè per gran parte del pomeriggio ho avuto accanto a me il miglior rivenditore di cui potessi aver bisogno: il signor Piero. Posso dire infatti che circa un terzo delle marocche sono state vendute per merito suo, e spesso è proprio su invito del signor Piero che chi passava nelle vicinanze del mio stand si fermava ad acquistare. Non c'è stata donna dell' associazione, di cui fa parte sua moglie Patrizia, che non abbia acquistato almeno una marocca. Ovviamente mi sono sentito libero di far loro un piccolo sconto.

Alla fine, dopo tutta quella strada, i dubbi sul tempo e le poche ore a disposizione per vendere tutto, a metà pomeriggio sapevo di aver centrato tutti gli obiettivi e che oltre ad essere stato un vero successo, è stata una piacevolissima esperienza umana.

Viaggiando con la marocca c'è sempre qualche immagine significativa da immortalare, per cui porto sempre con me una fotocamera. E' da tempo tuttavia, che non scatto nulla. Probabilmente perchè, vista la capacità che hanno certe foto di catturare emozioni forti, ho evitato di farne per non dover affrontare, rivedendole,la paura che ultimamente mi coglie di fronte alla grandezza di un progetto così ambizioso come quello della Marocca, del recupero dei castagneti in difficoltà, della realizzazione di un'economia controcorrente. Nonostante ciò ho sempre avuto la consapevolezza che sarebbe arrivato il momento di tornare a raccogliere immagini, video, documenti. E quel momento l'ho sentito arrivare dal profondo, quella domenica.

Questo era il tipo di foto che poteva sbloccarmi e farmi tornare a scrivere e raccontare per immagini.

Non avrei mai potuto passare sopra questa emozione.

E così, dico al signor Piero, che nel frattempo era tornato dalle sue donne:

“Venga che facciamo una foto!”.

ed eccoci qui...





Sono rientrato con qualche Marocca al mio paese di Regnano nella notte, dopo un viaggio lungo ma sereno.

Il signor Piero mi ha aiutato fino a fine fiera, richiudendo insieme a me l'insolito gazebo che ho comprato. Quando più tardi ci siamo scambiati i contatti e salutati con tutta la famiglia, gli ho preannunciato che avrei scritto qualcosa sul blog, spero quindi che gli farà piacere leggere queste righe che parlano soprattutto di lui.

Devo ringraziare la Marocca di Casola, che mi offre sempre emozioni fortissime quando mi trovo a raccontarla, e mi permette di conoscere tanta bella umanità.

E ringrazio Piero, che mi ha “ridato” la forza per tornare a scrivere.