venerdì 30 gennaio 2015

Reinseriamo la fiducia!!!


Inizia l'intervento di inserimento del Torymus!

Sto parlando della lotta al Cinipide del Castagno, la piccola vespa che da più di 15 anni è arrivata in Italia e che, partendo dalle regioni del Nord-Ovest, nell'insediarsi ha praticamente azzerato la produzione di castagne e quindi di farina in tutto il territorio nazionale.


Il termine giusto è proprio questo: lotta. Lotta biologica.

Si chiama così la tecnica che sfrutta i rapporti di antagonismo fra gli organismi viventi per contenere le popolazioni di quelli dannosi.

Preferisco però rovesciare il concetto e parlare di inserimento del torymus, l'insetto antagonista naturale del cinipide. Lotta lo trovo un termine negativo e pure inappropriato in quanto questo piccolo insetto da combattere non è arrivato da solo ma ce lo siamo importati “a bordo” di varietà di castagni cinesi trasportate fin qui per creare nuovi innesti di supercastagni.


Ma soprattutto, senza dubbio non è lui il responsabile della situazione difficile dei castagneti.


Il vero responsabile è l'abbandono, del quale si possono individuare molteplici origini ma che va realisticamente interpretato come un dato di fatto.


Che fare quindi? Ci lamentiamo? Assolutamente no!

Facciamo tutto ciò che possiamo per aiutare l'albero del pane, che può e deve continuare a rappresentare e raccontare la storia del popolo lunigianese. Questo è quello che fa la Marocca di Casola ogni volta che si presenta nei menù dei ristoranti di tutta Italia, così come nelle incantevoli piazze o negli antichi borghi che ospitano eventi e manifestazioni fieristiche.

Fin dal principio della mia avventura con la Marocca, quando percorrevo in lungo e in largo la Lunigiana e la Garfagnana per ritrovarmi nei paesini più sperduti alla ricerca della farina prodotta dagli anziani castanicoltori, proprio lì, al margine del bosco, ci si interrogava su quale futuro lo attendesse e col passare del tempo devo dire che le previsioni che sentivo fare si sono sempre più avverate: un lento ma costante abbandono, che nonostante l'abbondanza di allora ha fatto sì che le castagne restassero a terra tra le foglie anziché venire colte, essiccate, macinate e trasformate in farina.


Negli ultimi anni poi, l'arrivo del cinipide ha inferto un colpo durissimo aggredendo il frutto sulla pianta fino ad azzerarne quasi del tutto la produzione e, con essa, la fiducia e l'energia di coloro che hanno trascorso la propria vita in simbiosi con la campagna.

Sapevo che i tanti contadini castanicoltori e mugnai che incontravo avevano ragione.

Ma, sarà stata la giovane età con tutti i suoi benefici, avevo la speranza che tutto ciò che era stato non finisse e la consapevolezza che, per non farlo finire, sarebbe arrivato un giorno il momento in cui si sarebbe dovuto intervenire con decisione per fermare questo processo.

Da allora sono passati dieci anni ed il momento è arrivato.


Nel pomeriggio di oggi, 27 gennaio 2015, i castagneti di Regnano hanno ricevuto l'importante visita di sopraluogo dei tecnici dell'Unione dei Comuni della Lunigiana per individuare la zona più adatta dove inserire il mitico torymus.


Inserimento che verrà supportato con ulteriori lanci effettuati a proprie spese da parte della popolazione regnanina, tramite i vivai che da qualche anno per fortuna sono stati sviluppati.

È sicuramente solo il primo degli interventi necessari nel percorso di recupero dei castagneti, che sarà impegnativo e si realizzerà nel tempo ma, fin da ora, l'inserimento del torymus deve tradursi in un “inserimento di fiducia” per tutti coloro che amano e vivono questa terra.




 
eccomi con il dott. Alessandro Barbagli, 
Responsabile del Servizio Forestazione dell'Unione dei Comuni della Lunigiana.