giovedì 17 febbraio 2011

Di nuovo in seconda media...


E’ la mattina di mercoledì 11 febbraio 2009 e mi attende un impegno importante ed emozionante: devo incontrare la seconda media della scuola di Casola che partecipa ad un concorso di giornalismo promosso da “La Nazione” e sta lavorando ad un articolo che parli del nostro territorio e delle iniziative imprenditoriali che in esso si stanno sviluppando.

Nei giorni precedenti la professoressa (cui chiedo perdono perchè non mi ricordo il nome), tramite mia madre che è maestra elementare ( la mitica maestra Nadia) e insegna al primo piano dello stesso complesso che ospita la scuola media ( al piano terra si trova il Municipio), mi invita a parlare ai ragazzi della classe per raccontare loro la mia esperienza e in cosa consiste la mia iniziativa imprenditoriale.

Accetto al volo!

Ho già avuto la gioia di ospitare una scuola presso il mio forno e di mostrare ai bambini come si produce il pane cotto a legna. Si trattava di una scuola elementare e, precisamente della classe seconda dell’istituto di La Spezia (di nuovo lapsus mentale... con i nomi, proprio non ci siamo).

Tengo ancora tutti quei 27 bambini nel mio cuore. Da allora si è fatta spazio nella mia mente l’idea di costruire un progetto di didattica rivolto alle scuole,ma l’opportunità di recarmi in una scuola per raccontare di me, di quel che ho deciso di fare e, soprattutto, del perché abbia deciso di farlo, ancora non mi si era presentata.

E quale scuola meglio della mia?

L’appuntamento è per le 10:30 ed io, dopo una bella dormita (il mercoledì mattina lo tengo solitamente di riposo), riposato e pieno di entusiasmo, mi preparo, salto in macchina e…

Vado a scuola!

Nei 6 km che separano il mio paese di Regnano da Casola, rifletto su cosa raccontare e, soprattutto, cosa comunicare a questi ragazzi. Ma i 10 minuti di viaggio trascorrono in fretta e mi ritrovo già parcheggiato davanti alla scuola.

E,con una marocca in una mano e qualche depliant per i ragazzi nell’altra, attraverso il piazzale ed entro…

E’ l’ora della ricreazione per cui riesco a salutare mia mamma e le sue colleghe (che fanno tutte il tifo per me) e mi dirigo al piano di sopra attraverso il chiasso gioioso dei bambini delle elementari.

E’ una strana sensazione percorrere le scale, quasi un’abitudine dimenticata e rispolverata. Mille ricordi per scalino! E ce ne sono tanti…

Crescere a Casola in Lunigiana è una grande fortuna: in un mondo dove il tempo sembra un dispetto questo rimane un angolo di paradiso. Quassù il tempo è autentico, scandito dai ritmi della natura e della campagna; un tempo condiviso tra tutti gli abitanti delle piccole frazioni del Comune.

Il paese infatti è una grande famiglia e non è un caso che io conosca tutti i ragazzi della seconda media. Anche loro, come me, stanno crescendo in questa isola felice:una fortuna della quale io, come loro, non ero consapevole a quella età. Ma lo sono ora, e pienamente!

Ho raccontato loro quello che sto facendo e perché ho deciso di farlo. Rammentarlo fa bene anche a me. Ed il succo è che quassù, in questa terra ricca di opportunità appena velate che aspettano solo di essere colte, dove il caos e l’inquinamento sono ancora a qualche chilometro, io mi sento un re.

Qui io sono felice.

Ho parlato a lungo con i ragazzi e mi hanno fatto domande molto intelligenti. Io non ero così sveglio a quell’età!

Ho parlato delle attuali prospettive di sviluppo in cui io credo e che mi coinvolgono in prima persona informandoli che quest’anno la Marocca di Casola è pronta per conquistare il mercato nazionale!

Sono stato molto concreto e spero di essere stato utile.

Mi sono permesso qualche consiglio: studiare per arricchirsi, spegnere la tv quando si diverte a trasmettere messaggi negativi e coltivare i propri sogni sempre con i piedi per terra.

Li ho salutati con la promessa che un domani, quando dovranno scegliere cosa vorranno fare da grandi, potranno avere un’ alternativa concreta alla scelta di andare via e decidere così di rimanere quassù.

Lavorerò con impegno anche per questo.

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