martedì 15 ottobre 2013

"A regazzì!!!"


 


Non scrivo nulla qui sul blog della Marocca di Casola ormai da tanto tempo e per tanti motivi, nessuno dei quali, tuttavia, è una buona scusa.

Sapevo che sarebbe stato qualcosa di importante per me ad indurmi a riprendere il racconto del mio lavoro, delle mie iniziative, del mio territorio: qualcosa che avrebbe toccato delle corde profonde, ed, infatti, è stato proprio così.

Ho ripreso da poco a percorrere l'Italia con la Marocca, e lo scorso fine settimana (5 e 6 ottobre) sono arrivato per la prima volta nella capitale per partecipare ad una bellissima manifestazione fieristica presso i Giardini della Landriana : un meraviglioso parco immerso nel verde nel quale ogni anno si svolgono molteplici prestigiose manifestazioni.

(A tal proposito ringrazio la responsabile Cinzia Nebel e la principessa Aldobrandini, proprietaria dei giardini, per aver invitato me e la Marocca, offrendoci un'ottima opportunità per farci conoscere.).

Il maltempo preannunciato da giorni non mi ha fermato: troppa la voglia di allargare gli orizzonti, e troppo importante raggiungere la capitale per i miei piani imprenditoriali. Così, partendo con largo anticipo considerate le cinque ore di viaggio, sabato mattina sono giunto a destinazione in un clima quasi invernale, tra tuoni, lampi ed un violento acquazzone proprio in prossimità dell'arrivo. Insomma, una giornata guastata dal maltempo.

Con tutta calma, considerato il rinvio dell'apertura della manifestazione nelle ore pomeridiane, monto il piccolo gazebo bianco acquistato al volo per l'occasione, e, giunta l'ora di pranzo, insieme a tutti gli altri espositori sono stato ospite della principessa.

A tavola si chiacchiera e mi accorgo che il timore di una fiera rovinata dal maltempo non è soltanto mio, e si guarda con speranza alla domenica.

Il sabato pomeriggio trascorre rapidamente tra uno spiraglio di sereno e qualche intrepido visitatore che si avvicina a quel curioso pane così scuro mai visto prima e che arriva da una terra poco nota della campagna toscana: la Lunigiana.

Nel bel prato dove mi trovo, di fronte a me c'è uno stand molto carino che espone ceramiche e sculture dipinte: è dell' associazione “Cotto d'insieme”, formata da sole donne che organizzano e partecipano con la loro arte ad eventi e mostre molto importanti.

Tra loro noto però anche un uomo, un marito: è il signor Piero, come l'ho chiamato io per quei due giorni.

Il signor Piero è un uomo simpaticissimo, un vero romano! Sessantotto anni ed un entusiasmo e un energia straordinari: uno sportivo, maratoneta di livello, dinamico e positivo.

Si avvicina per conoscere la Marocca e cominciamo subito a fare conoscenza: mi racconta un sacco di aneddoti ed esperienze personali, passiamo poi a parlare della campagna, della vita autentica che essa offre e di molto altro, finché giunge la sera ed i giardini chiudono le porte per riaprirle l'indomani, ad una giornata che prevede anche qualche raggio di sole.

Ed è infatti un bellissimo sole che ,seppure in un cielo velato da qualche nube, ci accoglie la domenica mattina; e quando c'è il sole, si sa, l'umore è sempre buono! Affronto perciò con fiducia questa nuova giornata anche se, osservando tutti quei sacchi pieni di marocche e sapendo che svuotarli non sarà così semplice, devo ammettere che per qualche attimo il mio ottimismo ha vacillato.

Sono immerso in queste considerazioni, quando ad interrompere questo stato poco costruttivo in cui mi trovo, arriva proprio il signor Piero che mi si rivolge con un sonoro:

“A regazzì!!! nun compreno? Magneno e basta?”
e mi fa subito tornare il sorriso.

E' un espressione che mi piace perché mi sento in effetti ancora un ragazzino, come quando a 22 anni ho iniziato l'avventura con la Marocca in quel vecchio forno a legna del Comune di Casola. Mi piace, penso, ma non sono proprio sicuro che mi si addica visto che di anni ne ho quasi dieci in più. Solo più tardi, chiacchierando con le persone intorno a me, scoprirò che quell'espressione che finora, tra l'altro, conoscevo solo per alcuni film, in realtà non ha limiti di età, ed è quindi a pieno titolo che rientro nella definizione di “Regazzì”.

Rispondo al signor Piero che comincio ad essere un po' preoccupato di non riuscire a vendere tutto, che sto affrontando un momento economico un po' difficile e che avrei bisogno di vendere più marocche possibile.

Insomma, se dalla trasferta romana mi aspettavo contatti, opportunità ma soprattutto rivenditori in gamba, le mie aspettative non sono state deluse poichè per gran parte del pomeriggio ho avuto accanto a me il miglior rivenditore di cui potessi aver bisogno: il signor Piero. Posso dire infatti che circa un terzo delle marocche sono state vendute per merito suo, e spesso è proprio su invito del signor Piero che chi passava nelle vicinanze del mio stand si fermava ad acquistare. Non c'è stata donna dell' associazione, di cui fa parte sua moglie Patrizia, che non abbia acquistato almeno una marocca. Ovviamente mi sono sentito libero di far loro un piccolo sconto.

Alla fine, dopo tutta quella strada, i dubbi sul tempo e le poche ore a disposizione per vendere tutto, a metà pomeriggio sapevo di aver centrato tutti gli obiettivi e che oltre ad essere stato un vero successo, è stata una piacevolissima esperienza umana.

Viaggiando con la marocca c'è sempre qualche immagine significativa da immortalare, per cui porto sempre con me una fotocamera. E' da tempo tuttavia, che non scatto nulla. Probabilmente perchè, vista la capacità che hanno certe foto di catturare emozioni forti, ho evitato di farne per non dover affrontare, rivedendole,la paura che ultimamente mi coglie di fronte alla grandezza di un progetto così ambizioso come quello della Marocca, del recupero dei castagneti in difficoltà, della realizzazione di un'economia controcorrente. Nonostante ciò ho sempre avuto la consapevolezza che sarebbe arrivato il momento di tornare a raccogliere immagini, video, documenti. E quel momento l'ho sentito arrivare dal profondo, quella domenica.

Questo era il tipo di foto che poteva sbloccarmi e farmi tornare a scrivere e raccontare per immagini.

Non avrei mai potuto passare sopra questa emozione.

E così, dico al signor Piero, che nel frattempo era tornato dalle sue donne:

“Venga che facciamo una foto!”.

ed eccoci qui...





Sono rientrato con qualche Marocca al mio paese di Regnano nella notte, dopo un viaggio lungo ma sereno.

Il signor Piero mi ha aiutato fino a fine fiera, richiudendo insieme a me l'insolito gazebo che ho comprato. Quando più tardi ci siamo scambiati i contatti e salutati con tutta la famiglia, gli ho preannunciato che avrei scritto qualcosa sul blog, spero quindi che gli farà piacere leggere queste righe che parlano soprattutto di lui.

Devo ringraziare la Marocca di Casola, che mi offre sempre emozioni fortissime quando mi trovo a raccontarla, e mi permette di conoscere tanta bella umanità.

E ringrazio Piero, che mi ha “ridato” la forza per tornare a scrivere.

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